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I Moba vivono nel nord-est del Ghana e nel nord-ovest del Togo e sono organizzati in clan patrilineari, in cui gli individui sono raggruppati in base a un antenato comune tracciato attraverso la linea maschile; si concentrano in modo significativo sugli antenati della famiglia, in particolare sul loro antenato originario della famiglia e creano figure per avvicinarsi a questi antenati. Di conseguenza, le figure in legno Moba sono al centro della vita rituale Moba. (Kreamer, 1987, 52)
Gli intagliatori di legno Moba (tikpierroa) creano figure in legno chiamate tchitcheri per rappresentare i loro antenati : la loro realizzazione è da intendersi come offerta sacra. In generale, gli intagliatori sono maschi e qualsiasi maschio all’interno della società può diventarlo. Usano un’ascia, che è uno strumento solitamente riservato solo all’intaglio. Tuttavia, gli intagliatori di legno che scolpiscono tchitcheri devono essere figli di indovini. Sebbene essere il figlio di un indovino sia importante quando si creano tchitcheri, è possibile che i figli di persone che non erano indovini li scolpiscano attraverso la mediazione di sostanze protettive, anche se questa pratica è considerata pericolosa. (Kreamer, 1987, 53)
Le figure di Moba sono realizzate a somiglianza della forma umana, ma sono astratte. Tipicamente, le figure hanno gambe corte rispetto al resto del corpo, tratti del viso limitati, mancanza di mani e piedi dettagliati e il sesso è indicato solo raramente. Mostrano anche segni di deterioramento e usura del legno, elementi che potrebbero essere un indicatore del fatto che le figure siano state effettivamente utilizzate da una famiglia Moba. (Kreamer, 1987, 52)
Non tutti gli individui o le famiglie hanno una figura Moba; sono fatti solo per le persone che ne richiedono espressamente una a farsele scolpire . Tuttavia, quando ne viene commissionato uno, ci sono alcune regole che devono essere seguite. Si deve prima andare da un indovino. Durante questo processo, l’indovino e il cliente si incontreranno affinché Dio e gli antenati siano avvertiti dall’indovino del procedimento posto in essere, e ciò avviene nel modo tipico in cui i Moba annunciano la loro presenza quando fanno appello al prossimo; battendo le mani, chiedendo di essere riconosciuti e poi affermando in modo diretto lo scopo della loro visita”. (Kreamer, 2004, 184) Dopo che ciò si è verificato, l’indovino creerà una connessione tra se stesso e il cliente utilizzando un bastone che sarà trattenuto tra entrambi. Quindi verranno poste domande sulla figura Moba e le risposte saranno indicate da come si trova il bastone. Entro la fine della sessione, l’indovino avrà determinato per il cliente, quale taglia e sesso dovrebbe avere la scultura . Il fatto che un indovino debba approvare la creazione di queste figure indica quanto siano importanti per la vita rituale. (Kreamer, 2004, 184)
Tre diversi generi di tchitcheri possono essere distinti in relazione alla loro funzione, collocazione contestuale, scala e grado di astrazione. Il più piccolo di questi, yendu tchitcheri, è collocato in santuari personali, che tutti gli adulti possiedono. Non rappresentano una persona o un antenato in particolare, ma sono considerati il legame diretto di un individuo con Dio. I bawoong tchitcheri di medie dimensioni (alti tra 25 e 90 centimetri) sono progettati per i santuari domestici situati in modo prvalente nel vestibolo di un complesso familiare. Queste figure rappresentano antenati recenti, come i genitori o i nonni degli attuali capi composti (non più di tre o quattro generazioni rimosse), che l’indovino consiglia alla famiglia quale soggetto a cui rivolgere una richiesta d’aiuto. Poiché le figure corrispondono ad antenati noti, sono più dettagliate nel rappresentare i tratti del corpo e del viso.
I Moba sono agricoltori di sussistenza e i rituali vengono condotti prima della semina e del raccolto dal membro maschio più anziano della famiglia, che raccoglie libagioni attorno al suo sakwa per commemorare l’antenato fondatore. Stilisticamente, i sakwa si possono collocare tra lo yendu estremamente astratto, senza volto e anonimo, lo yendu e i bawoong più specificamente ritratti e identificabili. Queste opere monumentali sono collocate in modo prominente all’esterno, nel cortile della casa.
Sebbene i lineamenti della sakwa di una famiglia vengano abrasi dagli elementi naturali, essa si pone da una generazione all’altra come un indicatore indelebile della sua vita spirituale. Non sono state commissionate opere contemporanee di questo tipo e la storia orale e le condizioni di alcune opere sopravvissute suggeriscono che potrebbero avere diversi secoli.
Il design altamente standardizzato di tchitcheri riduce la figura umana a una forma essenziale .
Le informazioni sono tratte da: http://www.metmuseum.org/explore/oracle/
The Moba who live in northeastern Ghana and northwestern Togo are an African society that lives in patrilineal clans, in which individuals are grouped based on a common ancestor traced through the male line. The Moba have a significant focus on family ancestors, especially their original family ancestor and create figures to become closer with these ancestors. As a result, the Moba wooden figures are a major focus in Moba ritual life. (Kreamer, 1987, 52)
Moba woodcarvers (tikpierroa) create wood figures called tchitcheri to represent their ancestors and to place as a shrine offering. In general, carvers usually are males and any male within the society can become one. They use a tool called an adze, which is a tool usually only reserved for carving. However, Woodcarvers who carve tchitcheri must be the sons of diviners. Although, being a diviner’s son is important when creating tchitcheri, it is possible for non-diviners sons to carve them through the use of protective medicine, however this is considered dangerous. (Kreamer, 1987, 53)
Moba figures are made in the likeness of the human form, but are abstract. Typically, figures have short legs in comparison to the rest of the body, limited facial features, lack of detailed hands and feet, and gender is only rarely indicated. The Moba found in the PLU collection have all of these characteristics and the genders are unknown. The figures also show sign of wood deterioration and wear, which could be an indicator that the figures were actually used by a Moba household. (Kreamer, 1987, 52)
Not every individual or household will have a Moba figure; they are only made for people who specifically request one to be carved for them. However, when commission one, there are certain rules that must be followed. In order for a client to commission a figure, they first must go to a diviner. During this process, a diviner and the client will meet and the following will occur, “
God and the ancestors are alerted by the diviner to the proceedings in the typical way that the Moba announce their presence when calling on neighbors; by clapping their hands together, asking to be recognized, and then stating in a straightforward manner the purpose of their visit.” (Kreamer, 2004, 184).
Three different genres of tchitcheri may be distinguished by their patronage, contextual placement, scale, and degree of abstraction. The smallest of these, yendu tchitcheri, are placed in personal shrines, which all adults possess. They do not represent any particular person or ancestor but are considered an individual’s direct link with God. Middle-size bawoong tchitcheri (between 25 and 90 centimeters high) are designed for household shrines situated prominently in the vestibule of a family compound. These figures represent recent ancestors, such as the parents or grandparents of current compound leaders (no more than three or four generations removed), whom
the diviner advises the family to petition. Because the figures correspond to known ancestors, they are more detailed in representing bodily and facial features.
The Moba are subsistence agriculturalists, and rituals are conducted before planting and harvest by the family’s eldest male member, who applies libations to its sakwa commemorating the founding ancestor . Stylistically, sakwa fall between the extremely abbreviated, faceless, anonymous yendu and the more specifically identifiable bawoong portraits. These monumental works are prominently placed outside, in the household yard.
Although the features of a family’s sakwa become abraded by the elements, it stands from one generation to the next as an indelible marker of its spiritual life. No contemporary works of this kind have been commissioned, and oral history and the condition of some surviving works suggest that they may be several centuries old.
A highly standardized design of tchitcheri reduces the human figure to an elemental form.
Information is taken from: http://www.metmuseum.org/explore/oracle/figures39.html
